27.01.2022
La Corte d'appello conferma i verdetti di colpevolezza per propaganda di Al-Qaïda



La Corte d'appello del Tribunale penale federale dichiara due membri di comitato di un'associazione colpevoli d’infrazioni alla legge che vieta i gruppi Al-Qaïda e Stato islamico. Gli imputati hanno fatto propaganda per Al-Qaïda pubblicando e promuovendo due filmati.


Il 20 novembre 2015, l’associazione D ha pubblicato sul suo canale YouTube il video "AR/EN/FR/DE - – Exclusive Interview with Dr. E. – The Islamic State and I ". Il 5 dicembre 2015, l'associazione ha anche proiettato in una sala di un albergo a Winterthur un film intitolato "al-Fajr as sâdiq" (in italiano: " La vera alba ") e lo ha successivamente pubblicato sul suo canale Youtube. I film sono stati divulgati anche per mezzo dei canali sociali dell'associazione. Nella sua sentenza 6B_169/2019 del 26 novembre 2020, il Tribunale federale ha respinto il ricorso del regista contro la condanna a 20 mesi di detenzione pronunciata dalla Corte penale del Tribunale penale federale per molteplici infrazioni alla legge che vieta i gruppi Al-Qaïda e Stato islamico. Questo significa che c'è una decisione confermata dall’Alta Corte, secondo la quale i due filmati contengono propaganda per l'ideologia di Al-Qaïda.

Il 27 ottobre 2020, la Corte penale del Tribunale penale federale ha dichiarato entrambi i membri di comitato dell'associazione D colpevoli di infrazione alla legge che vieta i gruppi Al-Qaïda e Stato islamico (SK.2020.7). Gli imputati hanno interposto appello contro questo verdetto dinanzi la Corte d'appello del Tribunale penale federale, chiedendo il completo proscioglimento.

Entrambi i membri di comitato hanno contribuito alla pubblicazione e alla divulgazione dei filmati. Il membro di comitato A, come responsabile del "Dipartimento di relazioni pubbliche e informazione", ha organizzato la pubblicazione dei filmati sui canali dell'associazione. Era anche responsabile della pubblicità antecedente alla pubblicazione. Infine, i filmati sono stati visti su Youtube rispettivamente più di 25.000 e 100.000 volte. A è stato anche responsabile dell'organizzazione di un evento a Winterthur, il 5 dicembre 2015. In questa occasione, il film "al-Fajr as sâdiq" è stato proiettato in presenza di 100-200 persone. In relazione alla campagna pubblicitaria per il filmato "AR/EN/FR/DE - Exclusive Interview with Dr. E. – The Islamic State and I", A aveva anche prodotto un'intervista con il membro di comitato B. Nell'intervista, che è stata infine pubblicata sul sito web dell'associazione, B ha promosso il predetto filmato. Analogamente ha fatto B all'evento di Winterthur del 5 dicembre 2015, durante il quale ha tenuto un discorso di circa 40 minuti.

A e B hanno promosso i filmati senza riserve. Non hanno mostrato alcun atteggiamento critico nei confronti del Dr. E, il quale appariva in primo piano nei filmati e che a quel tempo era il leader spirituale dei gruppi Jaysh Al-Fath e Jabhat Al-Nusra. In questo modo, hanno espresso la loro approvazione sulla sua persona e sul suo operato. In particolare, hanno approvato il suo appello alla jihad armata. Una motivazione giornalistica deve quindi essere loro negata, tanto più che, secondo le loro stesse dichiarazioni, avevano già precedentemente approfondito la persona del Dr. E. e quindi sapevano che era perlomeno considerato un simpatizzante di Al-Qaïda. Pubblicando e promuovendo i filmati, gli imputati hanno fatto propaganda per Jaysh Al-Fath o Jabhat Al-Nusra e quindi per l'ideologia di Al-Qaïda. La Corte d'appello conferma quindi i verdetti di colpevolezza di prima istanza per infrazione alla legge che vieta i gruppi Al-Qaïda e Stato islamico.

A è condannato a 16 mesi di detenzione. B, che a differenza di A è accusato solo di promozione e non di pubblicazione dei filmati, è condannato al pagamento di una pena pecuniaria di 270 aliquote giornaliere.

La sentenza non è ancora cresciuta in giudicato e pertanto vige ancora la presunzione di innocenza. Non saranno fornite ulteriori informazioni a questo stadio.

Allegato: Dispositivo CA.2020.22


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Tribunale penale federale, Ufficio stampa, Tel. 058 480 68 68, E-mail: presse@bstger.ch





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