La Corte penale del Tribunale penale federale, chiamata ad esprimersi a seguito di un rinvio da parte del Tribunale federale, che aveva parzialmente ridimensionato le condotte a suo carico, riconosce una cittadina italiana colpevole di ripetuto riciclaggio di denaro e ripetuta falsità in documenti. La Corte penale si esprime pure sul risarcimento equivalente, come da indicazioni del Tribunale federale.

Nel 2018 la Corte penale del Tribunale penale federale aveva riconosciuto una cittadina italiana colpevole di riciclaggio di denaro in relazione a 10 dei 30 relativi capi d’accusa per i quali era sottoposta a giudizio, nonché di ripetuta falsità in documenti. Il Tribunale federale, cui si era nel frattempo rivolta l’imputata, ha parzialmente accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata e disponendo il rinvio della causa al Tribunale penale federale affinché la prosciogliesse da due ulteriori capi di accusa inerenti il riciclaggio e si pronunciasse nuovamente sul risarcimento equivalente, la pena, le spese e gli indennizzi.

Con la nuova sentenza, il Tribunale ritiene l’imputata colpevole di 8 atti di riciclaggio di denaro, nonché di ripetuta falsità in documenti. Con riferimento a 2 prelevamenti di denaro di Euro 110'000.– pari a circa fr. 132'000.–, poiché non risulta che l’imputata abbia trattenuto per sé i valori patrimoniali, non vi sono i presupposti per ordinare nei suoi confronti un risarcimento equivalente in favore dello Stato, al quale viene invece condannato il terzo cui li aveva consegnati.

Alla cittadina italiana è stata comminata una pena pecuniaria di 300 aliquote giornaliere, di fr. 30.– cadauna, sospesa condizionalmente per un periodo di prova di due anni.

Allegato: Dispositivo SK.2022.3 del 6 giugno 2023

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