08.08.2023
La Corte d’appello riconosce l’ex manager di Bank of America e poi consulente di Parmalat Spa colpevole di riciclaggio di denaro aggravato con riferimento a 81 di 212 capi d’accusa e lo condanna ad una pena pecuniaria (sospesa) di 330 aliquote giornaliere di CHF 100.- cadauna (CA.2022.11)



La Corte d’appello del Tribunale penale federale riconosce l’imputato, ex manager di Bank of America e poi consulente di Parmalat Spa, colpevole di riciclaggio di denaro aggravato con riferimento a 81 dei 212 capi d’accusa non ancora cresciuti in giudicato, sia nella forma dell’aggravante generica (art. 305bis n. 2 CP) che della banda (art. 305bis n. 2 lett. b CP). Per quanto concerne i restanti 131 capi d’accusa non ancora cresciuti in giudicato, essa assolve l’imputato in dubio pro reo in ragione dell’assenza d’intenzione per quanto riguarda l’origine criminale dei fondi incriminati. Di conseguenza, una pena pecuniaria di 330 aliquote giornaliere di CHF 100.- cadauna (pena sospesa per un periodo di prova di due anni) è considerata adeguata per l’imputato.

Premessa / Accusa

Il procedimento in oggetto poggia su due atti d’accusa emanati nel 2013, rispettivamente nel 2015, ed è stato oggetto di tre sentenze di primo grado. Le prime due sentenze emanate dalla Corte penale del Tribunale penale federale nel 2014 (SK.2013.32), rispettivamente nel 2017 (SK.2015.24), sono state impugnate con ricorso al Tribunale federale che ha rinviato la causa al tribunale di prima istanza per nuovo giudizio.

La sentenza CA.2022.11 dell’8 agosto 2023 concerne gli appelli del MPC e dell’accusatrice privata contro la sentenza della Corte penale SK.2019.50 dell’8 novembre 2021. In considerazione dei punti che sono cresciuti in giudicato a seguito dell’ultima decisione di rinvio del Tribunale federale o del fatto che non sono state impugnate dalle parti, l'oggetto del presente procedimento d’appello è unicamente il reato di riciclaggio di denaro aggravato con riferimento a 212 capi d’accusa, reato per il quale inizialmente l’imputato era stato accusato di 501 capi d’accusa.

L’accusa ha chiesto, in prima come in seconda istanza, la condanna dell’imputato per riciclaggio di denaro aggravato (forma generica e banda) con riferimento a 212 capi d’accusa, come pure la fissazione di una pena detentiva (parzialmente sospesa) di tre anni, di cui 1 anno da espiare e cumulativamente una pena pecuniaria di 300 aliquote giornaliere, di CHF 100.- cadauna.

Sentenza di prima istanza (SK.2019.50)

Con sentenza SK.2019.50 dell’8 novembre 2021 la Corte penale del Tribunale penale federale ha prosciolto l’imputato, un cittadino italiano 59enne, dall’accusa di riciclaggio di denaro aggravato in relazione a 212 capi d’imputazione dell’atto d’accusa del 2015. Per quanto concerne i restanti capi d’accusa, il procedimento è stato abbandonato per intervenuta prescrizione dell’azione penale, così come confermato dal Tribunale federale con decisione di rinvio 6B_993/2017 del 20 agosto 2019. La Corte penale del Tribunale penale federale ha prosciolto l’imputato anche dall’accusa di ripetuta istigazione a falsità in documenti (art. 251 CP in combinato disposto con l’art. 24 cpv. 1 CP) in relazione a tre capi d’imputazione dell’atto d’accusa del 2015. Il procedimento è stato invece abbandonato per i restanti capi d’accusa per intervenuta prescrizione, così come confermato dal Tribunale federale con decisione di rinvio 6B_993/2017 del 20 agosto 2019). L’istanza precedente ha inoltre prosciolto l’imputato dall’accusa di ripetuta corruzione attiva (art. 322ter CP) di cui all’atto d’accusa del 2015. L’imputato è stato invece riconosciuto autore colpevole di istigazione a falsità in documenti (art. 251 CP in combinato disposto con l’art. 24 cpv. 1 CP) in relazione al capo d’imputazione dell’atto d’accusa del 2013. Il procedimento è stato infine abbandonato anche in relazione all’accusa di truffa di cui all’atto d’accusa del 2013 per violazione della riserva della specialità, così come confermato dal Tribunale federale con decisione di rinvio 6B_993/2017 del 20 agosto 2019. In prima istanza, l’imputato è stato condannato a una pena pecuniaria (sospesa) di 30 aliquote giornaliere, di CHF 90.- cadauna.

Per quanto concerne in particolare i 212 capi d’accusa di riciclaggio di denaro aggravato non soggetti a prescrizione e oggetto della presente procedura, la Corte penale ha anzitutto accertato, dal profilo oggettivo, che gran parte degli atti contemplati in tali capi d’accusa costituiscono degli atti vanificatori ai sensi dell’art. 305bis CP. Essa ha inoltre accertato, sulla base delle sentenze italiane emesse a carico dei protagonisti principali della vicenda legata al tracollo del colosso Parmalat, la sussistenza di un reato a monte commesso in Italia, qualificabile quale amministrazione infedele aggravata – ovvero quale crimine – per il diritto svizzero. La Corte penale ha tuttavia ritenuto che non vi fossero sufficienti prove per concludere che l’imputato fosse a conoscenza o dovesse presumere che i responsabili di Parmalat, procedendo al pagamento della somma complessiva di USD 52 milioni da lui incassata, commettevano di fatto atti contrari all’interesse societario, poiché procrastinavano in tal modo l’insorgere del dissesto e lo aggravavano. Mancando l’elemento soggettivo relativo all’origine criminale dei fondi pervenuti all’imputato, l’istanza precedente ha quindi prosciolto l’imputato dall’accusa di riciclaggio di denaro aggravato.

Sentenza d’appello

Con sentenza CA.2022.11 dell’8 agosto 2023 la Corte d’appello del Tribunale penale federale riconosce l’imputato autore colpevole di riciclaggio di denaro aggravato (art. 305bis n. 2 e art. 305bis n. 2 lett. b CP) con riferimento a 81 dei 212 capi d’accusa non soggetti a prescrizione.

Diversamente dall’istanza precedente, la Corte d’appello ritiene sufficientemente provato, al più tardi a far tempo dal 18 luglio 2003, giorno considerato come spartiacque in cui l’imputato – da poco assunto quale consulente di Parmalat dopo essere stato licenziato da Bank of America – ha incassato il denaro proveniente dall’operazione X, il dolo eventuale di quest’ultimo in relazione all’origine criminale dei suddetti fondi. La Corte d’appello ritiene inoltre accertata la sussistenza degli altri presupposti del reato di riciclaggio aggravato, sia nella forma dell’aggravante generica che in quella della banda. Essa riconosce quindi l’imputato colpevole di riciclaggio di denaro aggravato con riferimento a 81 capi d’accusa. Per quanto concerne i restanti 131 capi d’accusa temporalmente precedenti al summenzionato momento spartiacque e non soggetti a prescrizione, la Corte d’appello assolve l’imputato in dubio pro reo in ragione dell’assenza d’intenzione per quanto riguarda l’origine criminale dei fondi incriminati. La Corte d’appello considera una pena pecuniaria di 330 aliquote giornaliere di CHF 100.- cadauna (periodo di prova di 2 anni) adeguata per l’imputato. Per la commisurazione della pena è stato in particolare considerato il lungo tempo trascorso dai fatti.

Questa sentenza può essere oggetto di ricorso al Tribunale federale entro 30 giorni dalla notificazione del testo integrale della decisione. Per l’imputato continua a valere la presunzione d’innocenza.


Allegato: Dispositivo CA.2022.11 del 29 luglio 2023

Contatto:
Estelle de Luze, addetta stampa, presse@bstger.ch, tel. 58 480 68 68 





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